Separazione coniugale: l’assegno deve garantire lo stesso tenore di vita
Cassazione Civile, Sez. I, Ord. 9 giugno 2025, n. 15356
La separazione personale e il mantenimento del coniuge
La separazione personale dei coniugi, disciplinata dall’art. 150 del codice civile, rappresenta una fase transitoria che, a differenza del divorzio, non scioglie il vincolo matrimoniale. Di conseguenza, alcuni doveri coniugali rimangono ancora attuali, tra cui l’obbligo di assistenza materiale.
Su questo punto è intervenuta nuovamente la Corte di Cassazione, Sezione I Civile, con l’ordinanza n. 15356 del 9 giugno 2025, chiarendo che in sede di separazione l’assegno di mantenimento in favore del coniuge economicamente più debole deve essere determinato in funzione del tenore di vita goduto durante il matrimonio, salvo il caso in cui non vi sia stata addebito della separazione.
L’assegno nella separazione: differenze rispetto al divorzio
La pronuncia ribadisce una distinzione fondamentale tra assegno di mantenimento in separazione e assegno divorzile. Nel primo caso, trovandosi ancora in presenza di un vincolo coniugale attivo (seppur sospeso nei suoi aspetti personali), il coniuge ha diritto a redditi adeguati a garantire lo stesso tenore di vita avuto durante il matrimonio.
Questo perché il dovere di assistenza materiale resta in vigore durante la separazione, e non vi è alcuna incompatibilità con la sospensione temporanea dei doveri di convivenza, fedeltà e collaborazione. Di contro, nel divorzio l’assegno ha natura diversa, legata alla solidarietà post-coniugale, e mira a garantire l’autosufficienza economica del coniuge più debole, non più il mantenimento dello stile di vita precedente.
L’orientamento della giurisprudenza confermato
La Corte ha dunque confermato un orientamento già consolidato: l’assegno di mantenimento in fase di separazione non può prescindere dal parametro del tenore di vita matrimoniale, a meno che non vi siano condizioni ostative come l’addebito della separazione.
Questo principio risulta particolarmente rilevante nei casi in cui uno dei due coniugi non disponga di redditi propri o abbia svolto attività di cura familiare, rinunciando al lavoro o ad opportunità professionali in costanza di matrimonio.
Implicazioni pratiche per le coppie in fase di separazione
Per i coniugi che affrontano una separazione, questa ordinanza rappresenta un punto fermo:
- Il coniuge economicamente più debole ha diritto a un assegno che garantisca la prosecuzione del tenore di vita precedente.
- Il giudice valuterà la situazione patrimoniale e reddituale di entrambi i coniugi, in relazione allo stile di vita tenuto durante il matrimonio.
- Solo in caso di addebito della separazione (ad esempio per gravi violazioni dei doveri coniugali) il diritto al mantenimento può venir meno.
Conclusioni
La sentenza della Corte di Cassazione del 9 giugno 2025 rafforza la tutela del coniuge economicamente più debole nella fase di separazione, riconoscendo l’importanza di garantire continuità nel livello di vita fino a un eventuale divorzio. Per chi si trova ad affrontare una separazione, è fondamentale comprendere i propri diritti e le tutele previste dalla legge. In questi casi, il supporto di un professionista legale resta essenziale per valutare correttamente la posizione patrimoniale e tutelare i propri interessi nel rispetto della normativa vigente.
